“La vicenda dell’immobile di Via Spontini si rivela come l’ennesimo uso da parte della sinistra che governa la città del denaro pubblico per finalità di incrementare il consenso. E’ accaduto prima del voto con la proroga della concessione dell’uso della moschea di Via Delle Suore alla comunità islamica con una delibera che ho provveduto ad impugnare davanti al Tribunale amministrativo ed accade ora con l’immobile in Via Spontini. Tutto ciò è inammissibile”, così Elisa Rossini vicecapogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale
“Da un accesso agli atti abbiamo appreso che la Giunta con la delibera 637 del 3 dicembre 2024 ha concesso in uso a Sylhety Associazione Modena e Provincia l’immobile di Via Spontini anche per lo svolgimento di attività religiose (così è scritto nero su bianco nella delibera), applicando in modo non corretto le “Norme regolamentari per la disciplina della concessione di beni immobili a terzi” approvate dal Consiglio comunale, oltre che di fatto creando una moschea senza il rispetto delle procedure previste anche a livello urbanistico. In particolare le norme comunali prevedono la possibilità di riduzione del canone di concessione degli immobili comunali in casi specifici tra i quali non risulta – ovviamente – lo svolgimento di attività religiose che deve seguire altre strade un po’ più articolate e complesse. Dalla delibera risulta anche che il corrispettivo annuale per la concessione dell’immobile è stato determinato dal Collegio dei periti del Comune di Modena in euro 7.400,00. Ebbene: la Giunta ha applicato una riduzione, come si è visto, non dovuta che porta il canone ad una consistente riduzione pari all’80% con la conseguenza che il canone annuale è rideterminato in euro 1.480,00”, spiega Elisa Rossini
“In altre parole: la Giunta ha autorizzato lo svolgimento di attività religiose, quindi di fatto il locale di Via Spontini è una moschea costituita aggirando le norme che prevedono l’ottenimento delle concessioni in materia di edilizia e di urbanistica e per di più la Giunta ha anche concesso una riduzione del canone di concessione quando le norme comunali non prevedono la riduzione per le attività religiose”, continua Rossini
“Non ci faremo trascinare nella polemica inscenata dal Sindaco sulla libertà religiosa e di preghiera all’unico fine di mascherare una delibera finalizzata a dare ingiustificati vantaggi a gruppi scelti a spese dei cittadini modenesi e ad aggirare le norme. Qui non è in discussione la libertà religiosa e di preghiera, ma il legittimo uso di immobili di proprietà del Comune. Abbiamo già depositato una interrogazione per sapere come mai è stata concessa una riduzione del canone così consistente in mancanza dei requisiti e come mai è stato dato in uso un immobile per farci una moschea aggirando le norme”, conclude Rossini.